Racconti al Fuoco di Bivacco
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Sua maestà la Sacca
2017-01-06 22:10:47
Certamente gli Scoiattoli del Bologna 16°, mentre preparavano la famosa sacca del materiale di squadriglia, pensavano che le cose sarebbero dovute andare nel modo seguente:

Il Signor Ministro dei Trasporti telefona al Direttore Generale della Motorizzazione di Bologna in questi termini:
- Mi raccomando, faccia attenzione che la sacca degli Scoiattoli sia trattata come si deve…
- Non si preoccupi, eccellenza, lasci fare a noi!
Immediatamente viene diramato un fonogramma affinchè il camion che dovrà trasportare la famosa sacca sia verificato a puntino, rinforzato nei molleggi, imbottito e tappezzato di raso rosso, anzi dei colori di squadriglia.
Due Commissari Centrali (così si chiamavano una volta i «Responsabili Nazionali Scouts») sono dirottati intanto verso Bologna e muniti di guanti bianchi, affinchè possano convenientemente e con dignità provvedere al carico della sacca.
Tutto il materiale delle altre squadriglie viene lasciato a terra, mentre le guide locali intrecciano, con maestria senza pari, corone e festoni di fiori di campo per adornare il camion, al centro del quale, su di un apposito materasso di gommapiuma, è stata collocata la sacca.
All’ora stabilita, i due migliori autisti d’Italia e paesi vicini, selezionati attraverso un severissimo concorso, riservato solo a plurilaureati, prendono in consegna il camion, mentre la polizia stradale provvede a bloccare il traffico sulle strade e le autostrade, lungo tutto il percorso. Dodici agenti motociclisti ed una autoradio scortano inoltre il camion.
Le popolazioni e le scolaresche, assiepate ai bordi della strada, sventolano bandierine multicolori e si scoprono il capo al passaggio dell’automezzo:
- Passa il materiale degli Scoiattoli, diretto al Campo Nazionale…
Non mancano neppure i sindaci dei comuni attraversati con fascia tricolore e valletti in costume e i rappresentanti delle locali sezioni dei donatori di sangue. Alla deviazione di Ronciglione, quando la strada diventa polverosa, alcune autobotti si pongono in testa al convoglio per annaffiare il terreno, mentre gli agresti locali, rivestiti dei costumi caratteristici, stendono mantelli e coperte per attenuare al minimo i sobbalzi causati dalle buche.
Al Lago di Vico un ponteradio avverte il campo del prossimo arrivo della sacca. Immediatamente tutta l’attività viene fermata e cinquemila scouts si radunano, secondo le disposizioni da tempo comunicate, per assistere all’episodio storico. Lo stesso Capocampo ed il suo Vice provvedono a scaricare, con mille precauzioni, la sacca, che viene consegnata, con breve e significativa cerimonia, ai legittimi proprietari.
Solo la previsione di un simile trattamento di particolare favore può spiegare il modo con cui gli Scoiattoli avevano preparato la sacca. Le cose invece andarono diversamente. Due robusti rovers, incaricati dei servizi logistici del Commissariato Provinciale, presero la sacca e la carcarono al volo sul pullman. Dopo una breve traiettoria la sacca piombò in mezzo ad altro materiale e fu costretta, dal successivo rapido arrivo di altri carichi, ad assumere la forma che più si adattava alle sporgenze e alle rientranze dei colli vicini.
Quando i due rovers poterono, con coscienza tranquilla, mettere la scritta «completo» sul cristallo della cabina di guida, il pulman finalmente partì, con un gemito prolungato di balestre ed un cigolio di bulloni sotto sforzo. Naturalmente durante il viaggio il carico subì un naturale assestamento, a tutto vantaggio del materiale più robusto e meglio imballato. All’arrivo, l’operazione di scarico fu facilitata da una legge fisica che aiuta le traiettorie di lancio rivolte verso il basso.
Gli Scoiattoli riuscirono ad identificare la loro sacca, non certo dalla forma primitiva, completamente mutata durante il viaggio, quanto piuttosto dalla inequivocabile indicazione di un apposito cartellino, con contrassegni della squadriglia, appeso ad un manico, con brillante soluzione del magazziniere.
Gli Scoiattoli presero dunque la loro sacca e si porta rono velocemente sul terreno di campo della squadriglia. Si trattava ora di togliere i sigilli, ma con precauzione, poiché il materiale, data le compressione, poteva anche ucire con forza, esplodere.
Finalmente, con abile mossa, il magazziniere poté afferrare il fondo della sacca e girarlo di sotto in su per vuotare il contenuto sul terreno. Per dieci minuti buoni nessuno osò dire qualcosa. Il silenzio fu rotto poi dalla voce del Caporeparto, che passava per caso di lì:
- Perché avete raccolto tutto il pattume del campo in quel posto? Non ci sono gli appositi bidoni?…
Non c’era malizia nelle sue parole. D’altra parte la costernazione degli Scoiattoli era tanta, da togliere ogni pur vago desiderio di reazione a questa interpretazione ottimistica dei fatti.
Non rimaneva che nominare un comitato ristretto di salute pubblica, che tentasse il ricupero del materiale più necessario. Tre persone, il Csq. il Vice ed il magazziniere si misero subito al lavoro; gli altri, più giovani, furono fatti prudentemente allontanare.
I materiali ferrosi e legnosi data la loro particolare consistenza, non avevano subito grandi danni, ma piuttosto li avevano provocati. Al passivo bisognò annotare una dentiera completa per le accette ed una pentola proditoriamente trafitta da un piccozzino malvagio e cattivo.
Non tutti i mali vengono per nuocere: poiché il colapasta era rimasto tranquillo nel magazzino di squadriglia, a più di duecento chilometri di distanza, gli Scoiattoli decisero che piuttosto di far compiere quel viaggio di andata e ritorno al magazziniere, era meglio moltiplicare e perfezionare la foratura della ex pentola per poterla trasferire, con tranquillità di coscienza, al nuovo nobile ruolo di scolino. I danni peggiori erano stati subiti dal materiale ausiliario di cucina, dalle lanterne, dalla cassetta di Pronto soccorso, dal materiale delle specialità e da alcune riserve mangerecce, aggregate all’ultimo momento, dopo un profondo ed accurato esame del più recente calmiere dei prezzi del 7° C.N.
Il recupero del materiale di mezza misura, come picchetti, posate attrezzi e punte, fu condotto a termine con una certa tranquillità. In definitiva si trattò di una scelta non difficoltosa e di un buon lavaggio per togliere le incrostazioni di maionese e le macchie di tintura di jodio, onde evitare possibili confusioni col materiale delle altre squadriglie, a causa di queste ambigue colorazioni. Maggiore difficoltà sollevò invece la divisione del materiale di piccola pezzatura e di quello polveroso. Gli Scoiattoli decisero di utilizzare all’uopo la famosa pentola retrocessa all’incarico di scolapasta, entro la quale riversarono un insieme di vetri, detersivo, sale, pillole e pastiglie, caffè e generi vari che i poco delicati vicini di sacca avevano fatto fuoriuscire dai rispetti involucri e recipienti, passati a miglior vita.
Scuotendo abilmente la pentola fecero cadere il detersivo, il sale ed il cacao sull’ex telo-tenda-coperturacucina, ormai rovinato, invalido e ridotto al pietoso e lagrimevole stato di straccio, dal taglio non protetto di una accetta, compagna di viaggio.
La polvere ricuperata, potenziata dai frammenti più sottili dei recipienti di vetro rotti, poteva ancora servire per pulire le stoviglie. Anzi su di esse, a corvé ultimata, sarebbe rimasto un simpatico velo dolce, per via del cacao. Il pericolo d’infezione per eventuali tagli era compensato da un piccolo quantitativo di polvere emostatica, pure presente nel composto.
Con la tecnica del cercatori d’oro, i tre Scoiattoli riuscirono poi a dividere il caffè dalle aspirine e dalle pastiglie purgative, ma poi decisero di gettare via tutto per l’ipossibilità di arrivare alla successiva suddivisione di questi generi dalla maionese, dalla vegetallumina e dal mercurio del termometro di massima e minima, di cui risultavano tenacemente spalmati. Furono ricuperati, infine, sul fondo alcune spille di sicurezza e, incredibile a dirsi, la grossa medaglia di bronzo dorata, guadagnata dalla squadriglia nelle olimpiadi provinciali di due anni prima e misteriosamente scomparsa alcuni giorni dopo.
L’imprevisto ritrovamento del cimelio sevì a rasserenare l’atmosfera, anzi a ridare un senso d’euforia alla squadriglia.
- Meno male! - disse il vicemagazziniere aggiunto, convocato subito insieme agli altri esclusi, per rimirare il trofeo - non tutti i mali vengono per nuocere! Chissà dove si era nascosta quella medaglia? Eppure il nostro magazzino è sempre in ordine…

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