Racconti al Fuoco di Bivacco
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La Squadriglia di nessun luogo
2017-01-06 22:32:59
Il Jamboree di Moisson in Francia, nel 1947, è stato certamente il più spettacolare!Le squadriglie francesi partecipanti furono scelte in base ad una gara d’imprese. Una squadriglia francese non riuscì a classificarsi ed allora escogitò...una superimpresa, degna davvero di essere ricordata quasi come una leggenda.

C’è una Squadriglia di cui non si comprende la lingua.
- Quale lingua?
- Appunto, il male è che non si sa quale! - Allora cerchiamo l’interprete Svedese. Quello Norvegese dice che quelli non parlano Norvegese.
Un momento dopo anche lo Svedese dice che neppure sono Svedesi. Si cerca qualcuno che parli il Turco.
- Questi non sono Cinesi, si vede subito!…
- Non è un dialetto nero?
- No, sono bianchi!
- Ah lo so: sono Arabi!
- E i loro distintivi?
- Dei distintivi bizzarri, con un dragone che mangia un fiordaliso e poi dei galloni dorati. Simile a noi non hanno che il fiordaliso.
Per due ore il Capo della misteriosa Squadriglia non cessò di storpiare cose incomprensibili, ma che sembravano severe critiche per la deficiente organizzazione del Jamboree.
Il Capo addetto alla sistemazione gemette: - Ma io non ho il tempo di occuparmi di una Squadriglia! Ne ho a migliaia sulle braccia! Mettete loro sotto il naso una carta del mondo: vorranno bene indicarvi da dove vengono!
Questa prova diede un risultato decisivo. Con un dito preciso il Capo squadriglia indicò l’Himalaia.
- Non vi sono Scouts lassù! E se fossero scesi lo si sarebbe saputo! Tuttavia la notizia che la Squadriglia di nessun luogo in definitiva veniva dall’Himalaia, decise l’alto responsabile delle sistemazioni a scomodarsi di persona. Si poteva temere qualsiasi complicazione. L’alto responsabile riconobbe che, effettivamente, questi ragazzi, almeno il solo Capo Squadriglia, il solo loquace, parlavano una ben misteriosa lingua. Mostrò loro la carta d’identità che i partecipanti del Jam dovevano possedere.
Gli altri, annoiati, risposero con segni che non comprendevano affatto. Allora furono destinati al «Campo degli Ospiti di passaggio». Mancando l’interprete adatto furono destinati due «Z» (gli scouts di servizio addetti all’accoglienza) alla «Squadriglia di nessun luogo».
- Soprattutto siate pieni di premura! E restate a loro disposizione!
- Accidenti! Disse Titi l’altro «Z». Ci si diverte con questi ragazzi ed il loro dialetto!
- Tu trovi che parlino qualcosa? A parte il Capo Squadriglia che biascica senza posa ed un altro che l’accompagna di tanto in tanto, essi non aprono bocca!
Ma un fatto nuovo non tardò ad accadere... Uno degli «Himalayani» si spazientì ed espresse il suo dolore in questi termini: - Ah! Accidenti!
I due «Z» si guardarono. Tutti gli Himalayani si guardarono. Il loro Capo tenne un discorso prolungato di cui si distingueva questa parola che ripeteva senza posa - Zulator.… zulator… zulator… - Probabilmente è una parola della loro lingua, disse Titi.
- Io non trovo troppo chiaro tutto questo, replicò il suo amico. Andiamo a riferirlo. Quando tornarono col Capo del Campo degli Ospiti di passaggio, non trovarono più gli «Himalayani».
La Squadriglia di nessun luogo aveva deciso di troncare il suo gioco. Era andata a trovare il Capo del Sottocampo «Bretagna».
- Bisonti del 14° Rennes!, aveva detto il Capo Squadriglia. Il nostro «esploit» non era stato giudicato sufficiente perché fossimo selezionati. Soltanto, noi siamo Bretoni e Bisonti per giunta, doppiamente testardi… Allora abbiamo deciso di fare un «esploit» formidabile: accamparci al Jam senza essere iscritti. Ci siamo riusciti: siamo alloggiati come principi ed abbiamo due «Z»
a nostra disposizione. È una impresa sufficiente per essere ammessi al Jam, Capo? Tu comprendi, Capo, io parlo molto bene il Bretone ed il terzo della mia Squadriglia dice qualche parola, ed allora… Gli Himalayani erano ridiventati i Bisonti del 14° Rennes. Il vecchio Capo si portò la mano alla testa; chi avrebbe avuto il coraggio di scacciare quei Bisonti?

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